Il rito

Non sempre un grande attore del calibro di Hopkins ed un buon inizio rendono un film valido.

E’ proprio il caso de “Il rito” in cui la prima parte è molto interessante poichè sembra che il regista cerchi di trasmettere qualche cosa di più in una pellicola di genere come quella basata sullo “indiavolamento”:  fin dai primi istanti si cerca di dare una spiegazione allo scetticismo quando si parla di possessione del demonio.
Quest’aspetto è molto interessante ed è molto ben fatta la scena in cui un esperto Hopkins durante un’esorcismo è costretto a rispondere ad un’inopportuno cellulare.
Purtroppo poi quando si entra nel vivo ci si trova davanti ad un clone dell’esorcista, una copia è sempre inferiore all’originale e quindi si perde molto verso la seconda metà della visione.

Pontypool

Horror particolarissimo in quanto sembra quasi un’opera teatrale essendo per forza di cose tutto svolto nella sede di una radio locale.
L’orrore non lo si vede, viene raccontato e tutto si basa sulla parola il vero protagonista di questa storia molto originale.
Non male.

Drag me to hell

Con questo film Raimi segna il suo ritorno all’horror stile ‘La casa’. In questo caso non ci sono i demoni ma c’è il demonio e ovunque c’è suspance ma anche risate.
Di per se non è niente di speciale questo film di “genere” però è realizzato in modo originale con la rivisitazione della classica “maledizione della zingara” con ombre di diavoli, oggetti che si muovono di propria volontà.

In particolar modo è molto riuscito il “corpo a corpo” con la zingara iniziale che è una esempio del suo marchi di fabbrica.

Imago mortis

Raramente mi è capitato di vedere un film fatto così inutile come questo: la storia è inutilmente intricata per celare mancanza di trama, recitato malamente con attori che sembrano presi e messi lì per caso.

Come stile potrebbe ricordare La casa dalle finestre che ridono ma senza alcuna capacità da parte del regista tanto da far sembrare l’opera un film amatoriale.

30 giorni dei buio 2

Stranamente anche se questo film non brilla di originalità è sicuramente migliore del primo della serie.
Il titolo è buffo perché il suo unico scopo è quello di attirare gli spettatori precedenti perché a differenza del primo questo episodio con il buio questo non ha niente a che fare.
La storia non brilla di originalità: i soliti vampiri ed i soliti ammazza vampiri ma per lo meno c’è un barlume di trama.
Peccato che come capo dei vampiri abbiano scelto una che sembra che si sia appena svegliata con la faccina tutta “stupita”.

il mai nato

Mai visto copiare così a piene mani dagli altri come in questo “Mai Nato”.
Il film è un incrocio tra esorcista e ghost movie in cui a causa della scarsità di idee si copiano intere scene da altri film: ad esempio il prete di colore “indemoniato” sembra preso pari pari da 28 giorni dopo nella scena della chiesa con il prete “rabbioso”.
L’intera vicenda è noioso, già vista e non aggiunge alcunchè alla miriade di filmucci horror di questa genia.

La casa dalle finestre che ridono

Visto e rivisto più volte è considerato un capolavoro dell’Horror.
A parer del suo regista è un buon film che ha un finale eccellente. Effettivamente l’efficacia de “La casa delle finestra che ridono” è interamente dovuta al quarto d’ora finale in cui si trasforma un thriller originale dal sapore “ferrarese” in un terrificante incubo con grande colpo di scena che gela lo spettatore.
A me sinceramente piace tutto del film: le atmosfere, i dialoghi e l’idea originale di ambientare un horror in un ambiente così “innocuo” come i dintorni campagnoli di Ferrara.
Ogni tanto lo vedo e lo faccio vedere e rivedere ai miei amici. E’ bello vederli sobbalzare … e se volete sciuparvi il finale ecco le ultime 2 scene del film.


Dead Snow

Dire che un film che parla di zombi nazisti nei ghiacci scandinavi sia un buon film è eccessivo però dead snow è simpatico e poi come ho già detto altre volte a me i morti viventi sono stati sempre simpatici.
La cosa che più colpisce in questo film è il contrasto tra i cadaveri anneriti dei nazisti non morti e il bianco candore della neve: la cosa crea un contrasto che ha un qualcosa di mistico.
Insomma non malvagissimo.

L’acchiappasogni

Solitamente sono delle “ciofeche” i film tratti dai libri del maestro Stephen King (ovviamente escludendo Shining).
In particolare L’acchiappasogni non rimarrà nel mio immaginario ma non è una schifezza in quanto è ben fatto ed anche se il finale è confusionario ed alcune cose non hanno molto senso è comunque un film dignitoso.