Miriam si sveglia a mezzanotte

Film di esordio di Tony Scott (per intenderci quello dello splendido “una vita al massimo” o forse più ricordato per “Top Gun”) che tratta il tema dei vampiri con una visuale nuova per l’epoca.
Di “vampiresco” in questo film c’è poco qui si vuole studiare il tema della solitudine della vita eterna. Un cast particolare – David Bowie, Caterine Deneuve e Susan Sarandon – si destreggiano discretamente in questo film un po troppo basato sulle dissolvenze e dai toni un po slavati.
Niente di meraviglioso ma neppure un film malvagio.

Stanno tutti bene

Mi sa che a me Tornatore non piace (escluso ‘la sconosciuta’). Ogni volta che vedo un suo film lo trovo troppo lungo e inutilmente triste.
In questo film recita anche il grande Mastroianni ma il film lentamente si prolunga nelle sue 2 ore con l’inutile cantilena del fischio paterno e della gag di ‘chiedimi come mai …’.
Il film non è malissimo ma neanche bellissimo e poi quel maledetto bambino del cinema paradiso … ha una faccia da schiaffi!

la sconosciuta


Bel film di Tornatore un film drammatico quasi thriller con una storia originale e che mantiene vivo l’interesse dello spettatore fino alla fine. Ottima l’interpretazione di Michele Placido.

Cherì


Film di cui non se ne sentiva assolutamente la mancanza sia per la storia veramente poco interessante che per la noia che la pellicola riesce a suscitare.
Una storia d’amore tra una cortigiana stagionata e un ragazzetto è poco interessante considerando che l’intera vicenda è tutta basata unicamente su dialoghi neppure troppo brillanti.
Il confronto con “Le relazioni pericolose” dello stesso regista è automatico e purtroppo non regge nemmeno lontanamente il confronto.
Per registi come Friars fare un film del genere è veramente una caduta di stile.

Fa’ la cosa sbagliata


Finalmente un film che vale la pena di essere visto: dinamico, immediato e dallo stile fresco. L’argomento serioso (problemi di giovani uomini crescono e confronti tra diverse generazioni) e’ reso frizzante dai tratti ‘alternativi’ dei protagonisti che, con sapienza degna dei grandi registi, rendono elettrizzante una storia come le altre.
Il punto di forza del racconto è fondere elementi drammatici con eventi al limite del grottesco snellendo la pesantezza dell’argomento con il risultato di conquistare lo spettatore.

Un giorno perfetto


Talvolta mi chiedo cosa porti un bravo regista a fare un film il cui unico scopo è distruggere lo spirito dello spettatore gettandolo nella desolazione più totale senza alcuna via di salvezza.
Un giorno perfetto è uno di questi film: ben girato ma con una storia fatta apposta per mortificare chi decide di investire un’ ora e mezzo della propria giornata nella pellicola.
In ogni caso bravissimo Mastrandrea.

L’angelo azzurro

Uscito nel ’30 portò alla ribalta la mitica Marlene Dietrich. A distanza di settant‘anni la visione è ancora piacevole, si lascia vedere e si denota il fascino della grande diva: e’ anche interessante scoprire come sono cambiati i canoni della bellezza nel corso degli anni.
Nel complesso è un bel film di un’epoca totalmente passata, ma gli eventi e le conclusioni sono spesso attuali.

La città di Dio


Pellicola molto dura che si svolge la dove non esiste legge anche la legge del più forte è violata dalla ingiustizia, dallo scarso valore della vita umana: le favelas.
Girato molto bene in oltre due ore di film vi è un’infinita escalation di violenza, ogni pochi minuti ci sono furti, rapine, omicidi tutti di seguito uno all’altro senza mai dare tregua allo spettatore che non ha neanche il tempo di riprendere fiato …
Consigliato a chi ha deciso che deve soffrire perché in fondo se lo merita.

Sette anime


Questa volta il film di Muccino è piaciuto pure a me.
Non sono assolutamente un fan del nostro regista tanto che “l’ultimo bacio” non mi è piaciuto minimamente.
Ma ‘Sette Anime’ è veramente un bel film: la storia è poetica, toccante e gli attori sono molto bravi – e molto belli – ovviamente mi riferisco a Rosario Dawson.
L’unico neo è da ricercarsi nella tristezza quasi eccessiva che permea la pellicola: mai come questa volta ho sentito, nel cinema gremito, tanti singhiozzi e tante soffiate di naso ma per fortuna Muccino termina il film proprio quando sarebbe divenuto eccessivo.
Anche la storia merita di essere lodata in quanto è costruita in maniera ‘cumulativa’ aggiungendo sempre più particolari rendendo il film un suspence-drammatico.
Bravo Muccino.

American beauty


Film grandioso che a prima vista può sembrare drammatico ma in realtà nasconde ottimismo.
Mai come vedendo American Beauty ho provato voglia di cambiare, voglia di essere migliore ed è questa la forza del film.
Il protagonista, un emozionante Kevin Spacey, decide di cambiare la sua squallida vita in seguito ad un avvenimento non molto nobile.
Ma questo non è importante quanto decidere di cambiare.
L’evento scatenante – che non vi racconto per non rovinare il film – è solo la scusa per decidere di migliorare la propria vita rendendo, se non felici, più consce della propria esistenza le persone che stanno accanto a lui.
Questa idea di fondo capace di trasformare eventi squallidi in esempio di come calibrare la propria esistenza e grazie ad una regia esemplare in questa opera prima del grande Mendes rendono questo film uno spettacolo. Un film capace di emozionare profondamente e che va visto. Assolutamente.