Missipi Burning

Una grande pellicola che non avevo avuto ancora l’occasione di gustare e che colpisce molto.
La lista degli “attoroni” che hanno preso parte a questo lavoro di Alan Parker è molto lunga e comprende anche un sacco di volti noti come caratteristi in moltissimi film (c’è anche in un piccolo ruolo l’enigmista di Saw!).
Questa bella opera è sia un bel documentario ma anche un film godibile con la sua giusta dose di “rivincita” finale che in un film così duro tira su il morale dello spettatore.

Invictus

La cosa che più ho apprezzato del pistolero che è più bravo a fare i film che ad interpretarli  è la “filosofia” di questo suo ultimo lavoro.
Si parla di un evento apparentemente non importante come la conquista di un titolo mondiale e lo si usa come motto per portare avanti gli ideali di un popolo che ha bisogno di un leader importante in un momento di grande crisi.
Bisogna saper dimenticare le antiche ingiustizie per poter integrare le etnie che compongono uno stato e per questo si deve partire dalle cose piccole.

I bianchi amano la loro squadra che è in difficoltà: non vendicarti ora che te, Morgan Freeman – Nelson Mandela, sei al potere.
Invece valorizzala: non cambiare i suoi simboli anche se quelli sono i simboli della apartheid che ti hanno tenuto per 27 anni nelle loro prigioni etichettato come terrorista.  
Ed in più fai sentire che sei loro vicino interessandoti del loro capitano e di ogni singolo giocatore anche se tutti meno uno sono bianchi.
Falla divenire campione del mondo e scoprirai che questo evento vissuto da un miliardo di spettatori può essere un messaggio più ampio per l’umanità intera.
Ed ecco che una piccola cosa si rivela un d’un tratto un grandissimo risultato.

Katyn

Ricostruito in modo esemplare il massacro di Katyn perpretato nel 1940 dai sovietici ed attribuito ai nazisti. I sovietici hanno poi negato l’eccidio dei 22000 ufficiali polacchi fino al 1990.
In questa terribile pellicola si racconta alternativamente dal punto di vista delle vittime e dei loro familiari: le lettere dai campi di prigionia, gli annunci dei ritrovamenti di oggetti personali ritrovati nelle fosse e l’incertezza durata anni.
Il film è girato senza toni accusatori, in modo diretto mostrando gli eventi in maniera semplice senza alcuna rielaborazione e per questo la cronaca che ne scaturisce è addirittura terrificante.
Una testimonianza necessaria affinchè tutti i crimini più efferati contro l’umanità non vadano dimenticati.
E’ un crescendo continuo di emozioni con il finale in cui lo spettatore rimane prima dei titoli di coda per circa un minuto nel buio del film senza immagine, ma nel suo cuore anche lui è sepolto in una fossa per venire cancellato dal sole.

Miracolo a Sant’Anna


Film che ha fatto discutere le associazioni partigiane, l’ultimo film del grande, grandissimo spike lee non è un granché.
E’ un mischiume di vari generi: film storico, americanata, storia d’amore, film di guerra.
Troppo eterogeneo per riuscire bene, troppo eterogeneo per sembrare credibile.
Al di là della polemica che a mio parere è fuori luogo anche perché i partigiani non vengono dipinti come criminali o traditori il film è veramente scarso malgrado la presenza di cameo di bravi attori: Turturro, Lo Pascio, John Leguizamo.
Insomma meglio lasciar perdere davvero.

Operazione Valchiria


Il film è del regista de “I soliti sospetti” e si vede: la trama si snoda in 2 ore ma noi spettatori non ce ne rendiamo conto perché l’attenzione è costantemente nutrita dalle vicende incalzanti e da scene da vera suspance.
Ed è molto difficile in un film storico in cui sai già come andrà a finire creare aspettativa …
Quindi il film è ben fatto, ben strutturato e ben amalgamato con tanti bravi attori (ok, escludendo Cruise).
C’è da obiettare che è immorale che il numero 2 di Scientology si tinga di eroismo in un film di cui è produttore è che andrà ad alimentare con moneta sonante le casse di una setta ma qui siamo a giudicare un film non per dare giudizi sulla coscienza di chi li interpreta o li produce.

La veramente vera verità su Adolf Hitler


Chi si è commosso nell’interpretazione del grande Ulrich Mühe ne “le vite degli altri” in cui impersonava l’agente della Stasi non potrà mancare una dell’ultime pellicole che lo vede come protagonista.
Purtroppo è davvero una dell’ultime pellicole in quanto il grande attore tedesco è venuto a mancare nel corso del 2007 e, come pochi grandi, mancherà il suo volto al cinema.
Il film è molto strano in quanto è una rivisitazione in chiave comica-grottesca della vita del dittatore durante la fase finale della guerra in cui, in grande crisi, gli viene affiancato un attore ebreo per prepararlo ad un discorso che dovrà risollevare le sorti della Germania in declino.
Anche se non è film destinato a lasciare il segno consiglio la visione in quanto molto ben recitato ed alla piuttosto godibile.