Godzilla (1954)

Film storico di fantascienza giapponese Godzilla con il tempo è diventato un “mostro” sacro della cultura nipponica.
Con questa prima pellicola nasce la scintilla del dinosauro alto 50 metri radioattivo divenuto tale a causa dell’impiego  degli armamenti atomici che negli  a metà degli anni cinquanta erano veramente presenti nella memoria dei poveri giapponesi.
Film simpatico ma anche molto ingenuo: il motivo con cui riescono a sconfiggere il sauro è a dir poco ridicolo.

Tarantula

Continua la serie di film di fantascienza anni 50 e questa è il sotto-filone degli insetti giganti.

Ragni. Tarantole da laboratorio che divengono enormi. Aracnidi in grado di scagliare nell’aria camioncini e che lasciano pozze di veleno lungo il deserto. Se non fosse per un giovane pilota di caccia che utilizza il napalm sarebbe veramente un problema.
E la cosa buffa è che il giovanissimo pilota di caccia non è che il futuro attore protagonista di “per un pugno di dollari”: Clint Eastwood.
A parte questo cameo del grande Clint il film è molto carino, la storia è simpatica ed è molto anni 50: la cosa buffa è che nel film (del ’55) stimano la popolazione dell’anno 2000 di 3.5 miliardi di esseri umani mentre invece siamo arrivati a circa 6 miliardi: neppure la fantascienza si avvicina alla realtà!

La guerra dei mondi (1953)

Probabilmente è il più grande classico di fantascienza di tutti i tempi e se si pensa ad un’astronave aliena come non può venire in mente questa?

e meglio ancora: la classica manina dell’alieno non è forse questa?
Insomma se queste immagini vi fanno venire in mente la fantascienza che i vostri genitori (o forse i nonni) vedevano da giovani, se vi evocano le immagini delle riviste che pubblicavano i racconti di marziani allora questo film va visto.
Certamente rispetto ai film di oggi viene quasi da sorridere ma secondo me mantiene un fascino che alcuni remake non riescono a trasmetterci.

District 9

Film originale che tratta del’argomento “invasione aliena” da un punto di vista sociale, di integrazione. Poi ovviamente non mancano le componenti avventurose con trasformazioni, armi futuristiche e un bel po di effetti speciali.
Però la prima cosa che mi colpisce è l’ambientazione molto verosimile con la costruzione di un campo di accoglienza in Africa, in cui i signori della guerra commerciano armi illegalmente, spacciano le sostenze di cui i “gamberoni” vanno matti. Ed è bello il messaggio che ci vuole trasmettere: malgrado gli alieni vengano sfruttati, emarginati e talvolta torturati essi non cercano mai (o quasi) di rispondere con la violenza ed alla fine è questo il significato importante.
Una interessante variazione sul tema. Da vedere.

Ho sposato un mostro venuto dallo spazio

Malgrado il titolo pessimo questo classico degli anni 50 è un buon film sul tema invasione terrestre “silenziosa”. Per questo motivo ricorda film del calibro L’invasione degli ultracorpi ma a differenza di quest’ultimo qui gli alieni non sono malvagi anzi il loro desiderio è integrarsi con gli umani.
Gli umani invece non sono della stessa opinione.
Merita la visione (sopratutto se si ha l’influenza e si è a casa.

The invasion


Ultimamente vanno molto di moda i remake dei film anni 50 di fantascienza ma in questo caso si esagera. Che io ricordi esistono già altri due remake de L’invasione degli Ultracorpi: il bellissimo remake degli anni 70 ‘terrore dallo spazio profondo’ con Donal Sutherland e un remake di Abel Ferrara ‘Ultracorpi‘.
Sembra quasi che le idee originali scarseggino non poco.
Comunque questo film è discreto escludendo il lieto fine così forzato da ricordare il cacciatore che apre il lupo per far uscire cappuccetto rosso e la nonna.
Nicole Kidman è brava e convincente anche se l’impressione è che sia un po passata. Tra un po la rivedremo ne il remake de la vendetta dei pomodori assassini 2.

Terminator Salvation


In questo presequel (poiché si svolge prima degli eventi del film che hanno dato inizio alla serie ma avviene temporalmente dopo il terzo perché c’è di mezzo il viaggio nel tempo) siamo nel mezzo della battaglia: terminator con esoscheletri in titanio e hunter killers (specie di piccole navicelle-terminator) sono i protagonisti della pellicola che vede Christian Bale , alias John Connor, alle prese con un altro nuovo tipo di terminator.
Il film non è malvagio o per lo meno risplende in confronto del brutto terzo capitolo della serie e contiene un cameo, che per chi come me è cresciuto a pane e Schwartzenegger, vale l’intero film. Davvero non riuscite ad indovinare quale? E facile su …

The lost room


Serie televisiva molto interessante.
Il genere è fantascienza/fantasy ed è ben girata.
La cosa che mi piace è che viene dato risalto alla storia ed alle idee ma non agli effetti speciali. Per ora ho visto solamente la prima puntata e sembra promettere bene. L’idea di fondo è quella di una specie di realtà virtuale ‘tascabile’: una specie di matrix in scatola da cui si possono prelevare oggetti ‘virtuali’ che nel mondo reale divengono oggetti potentissimi.

Corto circuito


Dopo aver visto Wall-E è d’obbligo vedere (o rivedere come nel mio caso) un classico film degli anni 80 da cui è stato copiato il design del robot: Corto Circuito.
Questo è film molto carino e senza troppe pretese. Quando uscì ebbe comunque un discreto successo e il motivo è da ricercarsi nel fatto che affronta argomenti delicati e complessi quali la definizione di “essere vivi” con fantasia e molto brio.
Durante la visione del film viene fatto un test molto semplice per vedere se un androide può definirsi vivo e non più una macchina che esegue un compito dopo l’altro: gli si racconta una barzelletta e se il soggetto la capisce lo si può definire “vivente”.
Non più il complesso test di Turing 😉 ma il semplice test di un fattore altamente umano: la risata.
Il film è carino e dette origine ad un seguito ovviamente bruttissimo.
Da vedere.

Wall-E


Lungometraggio in grafica computerizzata in cui è faticoso dare un giudizio.
Se uno dovesse giudicare il film dopo aver visto solo il primo tempo direbbe che il film è un capolavoro: girato in modo magistrale con cura nei dettagli, con poesia nei semplici gesti di un robot creato per raccogliere la spazzatura e farne dei cubi compressi da immagazzinare da qualche parte.
Nel secondo tempo invece il film perde la sua poeticità e diviene quasi un film di azione. Non che per questo la qualità peggiori parecchio però a mio parere se si fosse mantenuto la linea “poetica” del primo tempo il film sarebbe probabilmente stato un “grande” film.