The sex and the city

Dopo la fortunata (e riuscitissima) serie ecco che esce anche il lungometraggio che temporalmente si colloca dopo 4 anni dalla fine del’ultima stagione.
Il film è molto lungo e non sempre brillante quanto la serie ma, soprattutto verso la fine, riesce molto a riprendersi risultando nel complesso un film simpatico e godibile.

Ovviamente è molto indicato per gli amanti della serie ma a mio parere questo nuovo episodio è molto orientato alle donne per gli argomenti “femminili” che vengono trattati.

L’uomo che fissava le capre

Film ambizioso che cerca di imitare la maestria del tocco di registi del calibro dei Fratelli Coen miscelando humor, una buona trama e tecniche di ripresa molto dinamiche.
Il risultato, purtroppo, non è dei migliori. Il film stenta da acquisire credibilità: la storia – totalmente assurda – sarebbe anche divertente se fosse ben oliata con la narrazione ma purtroppo il regista non è in grado di riuscire a dare quel tocco di “follia” tale da accendere un scintilla che illumini lo spettatore nel complesso e arzigogolato ghirigori dell’assurdo.

Vendicami

Gangster movie incentrato – immaginate un pò – sul tema della vendetta.
Il film è ben pensato e organizzato e si distingue in 2 sotto trame: una basata sulla amicizia che si crea tra il mandante e i sicari e l’altra parte (più breve) sul concetto di memoria “volatile” andando anche a scopiazzare un pochetto lo stile di Memento.
La prima parte è molto godibile con lunghe e violente sparatorie, una trama non banale nè prevedibile per essere un film d’azione.
La prima parte è costellata da bei tocchi di regia: come la scena in cui sul luogo della strage della famiglia in cui si “improvvisa” un pranzo essendo il protagonista un cuoco oppure la scena in cui rintracciati gli assassini si decide di rimandare i conti perchè in compagnia dei loro familiari.
Ho apprezzato parecchio anche l’ironia e la comicità che permea l’intera pellicola.
Mi ha stupito pure la bravura di Johnny Halliday perfetto nel suo ruolo con i suoi occhi di ghiaccio.
Mi è piaciuto meno il tema della perdita di memoria che incastra veramente poco con tutta la trama della pellicola, ma non si può avere tutto dalla vita …

Il nascondiglio del diavolo

Horror “sotterraneo” con poche pretese ma di simpatica visione che promette di far passare simpaticamente un’ora e mezza in totale modalità screen saver del cervello.
Di originale c’è ben poco se non l’idea di ambientare il tutto in un enorme complesso di grotte sotterranee.
La cosa meno originale è “il diavolo” che si cela sotto terra: il classico clone di Alien che da circa trent’anni ricompare “copiato” nei film di paura di scarso spessore come questo.
Tra le protagonisti spicca la “nuova” e bella Sarah Connor della serie televisiva Terminator.

Darkness

Curioso horror vecchia maniera con molta atmosfera e pochi effetti speciali.
Il tema non è originalissimo ma il solito argomento occulto questa volta viene rivisitato con un pizzico di novità mettendo insieme nuove idee e un finale accattivante.
Come dal titolo lascia intuire il tema è una paura comune a tutti, gli uomini e a tutte le culture: la paura del buio.
Da segnalare la presenza di un Giancarlo Giannini niente male.

La nostra vita

Film molto duro che ha fatto temere il peggio minuto dopo minuto. Datemi una pellicola con mostri, massacri e teste mozzate non batto un ciglio; datemi un film “vero” che parla di gente normale che in un batter d’occhio può vedere la propria vita stravolta dalle vicende personali in cui si trova, suo malgrado, a dover affrontare ed ho molti più problemi ad assistere alla sua visione.
L’ultimo film di Lucchetti che ha valso un premio prestigioso ad Elio Germano come miglior attore è una di queste storie ben girate, forse un po troppo esagerate ma che sono ben costruite.
Una particolare complimento a Raoul Bova che fa un ruolo, piccolo ma intenso.

Wolverine Origins

Tutti mi hanno detto che questo film è invedibile ma hanno esagerato: è solamente brutto, tendente allo squallidino non alla schifezza assoluta.
La storia è ovviamente assurda perchè ad un ragazzo a cui sbucano le unghie dal dorso della mano io non mi fiderei neppure di dargli la mia spazzatura da buttare via.
Suo fratello non è di meno perchè è un mezzo licantropo però è parecchio più cattivo e infido infatti in Vietnam si diverte a spassarsela con le prigioniere vietcong (meno male che però Wolverine si arrabbia).
La storia è una scusa per vedere unghie sfoderate e per mostrare come diviene la sua trasformazione da “freddy krueger” a “Edward mani di forbice rivestite di adamantio”.
Ci sono un sacco di gridi, combattimenti e mega cattivoni dalla bocca cucita e che riassumono dentro di se tutti i poteri ma niente di più e vi troverete a sbagliare rumorosamente.

Kick Ass

Idea originale ma non sfruttata benissimo in questa pseudo parodia del
genere super eroe molto in voga negli ultimi anni.
Qualche cena carina e’ presente come quando la supereroina bimba
“affetta” i nemici sulle note della canzoncina della serie anni 70
“banana split” ma tirando le somme meglio utilizzare il proprio tempo
per leggersi un buon libro o un nuovo numero di x-men a seconda dei
gusti …

Nausicaa della valle del vento

E’ almeno la terza o la quarta volta che mi regalo la visione di
questo bell’anime giapponese nato dal bravissimo Miyazaki.
La storia e’ caratterizzata dall’impronta genetica del suo creatore:
la natura ostile all’uomo perche’ e’ stata “maltrattata”. Ovviamente
e’ presente anche l’elemento riparatore impersonato da una
principessa.
Detto qui sembra un polpettone ambientalista mentre invece la storia
e’ complessa e ogni volta che la rivivo capisco ed apprezzo qualche
“finezza” in piu’.
Sono molto legato a Miyazaki perche’ uno dei miei sogni ricorrenti che
facevo da bambino era lo tsunami che compariva proprio in una puntata
di una sua miniserie: Conan.
Quindi come non potrei non apprezzare ancora una volta i volti
familiari del suo tratto, le macchine volanti e i costumi dei
protagonisti… E’ bello perdersi nelle cose che ti sono piaciute da
piccolo.

Departures

Non l’avrei mai immaginato ma l’oscar per il miglior film straniero
2009 mi ha emozionato profondamente.
E’ una storia molto “giapponese”: pause, silenzi ed  emozioni
catalizzate dal lavoro  del protagonista.
E’ con il suo nuovo mestiere infatti che prepara i familiari dei
propri clienti all’ultimo saluto con una cerimonia marziale e curata
nei minimi dettagli. Grazie a questo rito e’ facilitato il distacco,
l’ultimo saluto ai propri cari prima che il fuoco ricongiunga le
ceneri con la neve.