Karate kid

Remake del film anni 80 a parer mio migliore dell’originale perché viene dato più spazio al “marziale” e soprattuto viene dato maggior risalto all’allenamento tra allievo e maestro.
Anche i combattimenti sono molto più spettacolari essendo il maestro nientemeno che il mitico Jakie Chan.

Aragami

Questa pellicola è particolare perchè si svolge tutto nello stesso ambiente e potrebbe benissimo sembrare un’opera teatrale con due soli interpreti (più una terza più per bellezza che per altro …).
E’ curioso questo espediente e potrebbe portare, se non ben diretto, ad un film noioso mentre invece la storia è interessante ed i dialoghi sono decisamente curati.
Particolare è lo stile fumettistico con cui è girato con riprese veloci ed inquadratura sbilenche che contribuiscono alla dinamicità di una scenografia che rischierebbe di venire a noia.

Dead or Alive

Simpatico spaghetti-marziale tratto da un videogame miscelando tutte le cose “hot” sull’argomento.
Innanzi tutti le protagoniste sono tutte piacenti donzelle che ricoprono l’ideale di ogni film di arti marziali: la cinesina mega esperta di kung fu, l’americana formosa campionessa di wrestling, la agile ladra ninja.
Una specie di Tomb raider marziale, insomma.
Il film è adrenalina pura: combattimenti su combattimenti in stile matrix per cui aspettatevi esplosioni, stili di combattimento molto fantasiosi e molti stop motion con vertiginose virate a 360°.
C’è anche una buona dose di ironia perché una pellicola del genere non può che strizzare l’occhio allo spettatore adolescente (o vecchio rincitrullito come me).

La foresta dei pugnali volanti

Il tocco del grande cineasta Zang Yimou nobilita questo film che a prima vista sembra appartenere al filone del cinema di arti marziali ma in realtà sembra la trasposizione cinematografica di un’opera teatrale.
E’ molto interiore il dramma che consuma i suoi protagonisti, tra un combattimento e l’altro ed alla fine forse la pellicola risolta troppo lenta; ma si apprezza lo sforzo di nobilitare un genere considerato solo di intrattenimento e di lieve leggerezza.

Double impact

Pellicola scontata e scadente con un giovane Jean Claude Van Damme che “sdoppiato” a causa della presenza di un gemello dà sfoggia di calci rotato che manco fosse Chuck Norris.
Effettivamente le scene di lotta di per sé non sono malvage ma la storia è di una banalità da lasciare a bocca aperta.

The 36th Chamber of Shaolin

Con mio grande stupore mi sono ritrovato davanti ad un bel film. Incuriosito ho googlato ed ho scoperto che La 36esima camera dello Shaolin è considerato una pietra miliare nel cinema di arti marziali.
A ragione.
La pellicola decolla dopo la prima mezz’ora che non ha niente di speciale e ricorda molti film di genere.
La parte interessante inizia, e dura circa metà film, con l’allenamento del discepolo nel Kung Fu Shaolin mostrato come un insieme di test “eccentrici” che invece nel corso della storia saranno funzionali a salvare la pelle ed a rendere efficaci le tecniche del giovane monaco.
Insomma anche se sono riuscito a recuperare il titolo soltanto in lingua inglese e doppiato da cani mi sento di consigliarlo perché è veramente carino.

Il furore della cina colpisce ancora

Primo film assoluto di Bruce Lee che per una serie di vicissitudini è uscito come secondo film in Italia e di qui il titolo in cui riecheggia il nome di “Dalla Cina con furore”.
La pellicola non ha niente di mitico, se non il suo interprete, ma bisogna dire che a confronto della produzione di quel periodo è superiore alla media.
Personalmente disdegno i combattimenti in cui dopo colpi terribili i combattenti rimangono in piedi ma qui ho apprezzato la “grinta” del suo interprete e la colonna sonora di stile occidentale – rockeggiante – in stile anni settanta.
Ovviamente va visto altrimenti passerete anni di sventura perseguitati dal fantasma del “drago”.

Sugata Sanshiro

Questo  il primo film in cui le arti marziali entrano prepotentemente nel cinema grazie alla mano di Akira Kurosawa e l’anno è il 1943, ben 11 anni prima del capolavoro i Sette Samurai.
E’ anche l’opera prima del Maestro in cui, anche se alle prime armi, dimostra come un film propagandistico del periodo bellico possa essere al contempo anche sentito.
E’ un’opera che tratta di un grande campione di Judo, per cui è un film storico, in cui traspare la ricerca della lotta interiore che ogni grande campione marziale deve affrontare in continuazione.

Equilibrium

Fantascienza ed arti marziali creano un mix interessante e sicuramente originale per questa storia ben costruita e, anche se con qualche sbavatura, godibile.
E’ la seconda volta che vedo questo film e devo ammettere che l’ho rivisto solamente perché nei forum c’è chi lo considera un film notevole e mi sono fidato.
Effettivamente non è malvagio: una trama originale e credibile con l’unico neo di queste “arti marziali con pistola” che sinceramente fanno un poco sorridere.
Tolto unicamente questo difetto la pellicola riesce in alcuni punti a “fregare” lo spettatore, anche quello più navigato, con colpi di scena piuttosto originali.
Ho apprezzato molto, oltre al taglio veloce delle scene, anche la velocità con cui si concludono i combattimenti, pochi secondi, inclusi anche i cattivoni meno uno.
Ringrazio il commento di colui che nel forum di Anobii mi ha fatto venire il “tarlo” di rivederlo.

La prima missione

Che film di Jackie Chan è un film in cui per l’80% si vede il cooprotagonista cimentarsi in gag sgangherate senza senso e solo per il restante tempo il maestro di arti marziali battere qualche cattivo?
Mi sento profondamente deluso e amareggiato, ancora non riesco a calarmi nello stile orientale di alcuni filoni di film di intrattenimento per cui non sono in grado di dare un giudizio obiettivo.
Pessiom film, recitato malissimo e con scene veramente ridicole.