Memorie dagli anni ruggenti

Sono Burt Doyle, giornalista.
Questo articolo scarabocchiato non sarà mai pubblicato in un giornale perché nessun editore sarà mai così folle da accettarlo sembrando l’assurdo racconto di una mente disturbata.
La mia storia è polverosa come la terra in cui si è svolta.
Coppertown City, Mexico 1925.

A quel tempo eravamo in cinque amici:
John, Luka, Josè e Frankie. Il povero Frankie risucchiato da quella cosa.
John è un poliziotto bravo a parlare e a sparare; Luka uno psicologo disturbato che disturba mentre Josè è quello che ci ha fatti chiamare dalla nostra tranquilla America per dargli una mano.
Nella lettera parlava di un incidente in una delle due miniere di Coppertown, quella più grande la  Broad Vein. Un suo amico era rimasto vittima di un crollo ma Josè sospettava che fosse stato sparire perché membro come lui del Industrial Worker of the World, uno sporco sindacalista anarchico marxista.
In realtà quando siamo arrivati laggiù sotto sotto c’era ben altro.
La miniera, di proprietà del fratelli Beasley, era una macabra copertura che serviva come vivaio per entità antiche, esistenti quando i mari si erano appena formati e le montagne si erano appena innalzate.
La casa dei proprietari Beasley aveva un passaggio che connetteva ad una sala sotterranea ove essi stessi eseguivano sacrifici immondi e lì Frankie Baretta, il nostro amico detective, è stato preso da quell’orrendo antico.
Pochi istanti prima eravamo stati scoperti da William Beasley che aveva aperto il fuoco con un thompson automatico, l’arma dei gangster.
Alcuni colpi avevano ferito Frankie ma noi eravamo stati più veloci del depravato William e avevamo risposto al fuoco, senza ammettere ulteriore repliche.
Ma il rumore aveva attirato lo Cthoniano un enorme montagna di carne nauseabonda grande quanto il vagone di un treno e velocissima ed a suo agio nei cunicoli sotterranei. Abbiamo sparato con il Thompson, con i fucili e le nostre pistole ma prima di fermarlo Frankie era stato raggiunto e risucchiato dei suoi fluidi, reso un flaccido fantoccio senza vita.

Prima di abbandonare la casa dei Beasley e la dannata Coppertown abbiamo incontrato pure il secondo dei due fratelli e lo abbiamo ucciso con la fredda determinazione degli uomini impazziti increduli di fronte a tali rivelazioni.
Poi abbiamo fatto delle ricerche con uno studioso della zona, il dottor Tyler Freeborn ed abbiamo scoperto pure che le antiche popolazioni conoscevano queste creature e erano migrate in zone lontane dalle montagne, lontane dalle loro tane.
Già secoli fa gli antichi erano dunque conosciuti e probabilmente saranno ancora qua quando i nipoti dei miei nipoti non si ricorderanno più di noialtri.
Ma una cosa è certa mai e poi mai uscirò dalla mia amata New York.

Burt Doyle, 1925

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