La bocca

Grazie al possente muro di lame creato da Tora presto le file degli orchi vennero tranciate; nel frattempo  i fendenti di Itk abbattevano i corpi rianimati mentre Rylthar con una mossa fulminea prima finiva un assassino e poi l’altro che lo stava per colpire alle spalle.
A quel punto stanchi ci si riposò in una grotta asciutta e riparata indicata da Laki Lee Uche.
Il giorno dopo infine gli esploratori raggiunsero il covo dei cultisti un edificio con le effige di un viso rivolto verso le stelle.
Laki esplorò dall’alto, tramutato in piccione, il nascondiglio protetto da Tiefling assassini e orchi: cultisti entravano ed uscivano dalla enorme bocca spalancata e tra essi pure la figlia di Itk.
Durante una ricognizione di 5 Goliath,  tra cui c’era anche la figlia sfuggita nottetempo dall’accampamento di Itk, i personaggi accerchiarono e immobilizzarono gli irresponsabili neofiti del culto delle stelle e, fatto fagotto, tornarono indietro consegnando alle rispettive tribù i membri scomparsi.
Infine, i nostri eroi sono ritornati al tempio delle stelle.
Questa volta, a differenza della loro visita precedente, il tempio sembrava abbandonato ed entrando dall’ingresso principale, la bocca aperta, sono scesi lungo una delle tre rampe di scale che formavano il simbolo del culto, una sorta di Y con un occhio centrale.
Osservando le scale da vicine queste erano disseminate qua e là da spine e ad i lati vi erano delle scalanature ricavate dalla pietra nera utilizzata per le loro costruzione: un eventuale liquido che fosse caduto lungo le scale sarebbe stato incanalato dai piccoli condotti e per gravità sarebbe stato fatto fluire fino all’occhio centrale, nel secondo piano sotterraneo del tempio perchè al suo interno vi erano due piani di cui il primo era accedibile soltanto dal secondo.
Esplorando il secondo piano hanno individuato, grazie al druido tramutato in serpe, un cavallo non morto che hanno snobbato.
Invece, entrando nell’armeria, hanno dovuto abbattere un groviglio di armi d’assedio che a causa di “qualche magia” ha cercato di creare problemi ai personaggi.
Scendendo invece verso il basso … hanno iniziato a sentire una preghiera afona e strani rumori.
Poco saggiamente seguendo la fonte del rumore si sono ritrovati in una sala delle torture con al centro un uomo che blaterava di una divinità stellare coperto di mille piaghi e accecato ad entrambi gli occhi.
Pochi istanti dalle ombre sono uscite creature blasfeme, incroci indicibili tra umani e entità delle stelle ed hanno cercato di ghermire i personaggi …

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Sfida tra i ghiacci

Seguendo le tracce nella gelida neve l’impavido gruppo eroico si è ritrovato a dover scegliere se addentrarsi ancor più dentro il bosco e trovare l’origine di quegli strani segni nel bianco suolo o se seguire un insieme più esiguo di orme.
Avendo optato per la prima ipotesi si sono ritrovati a girare in tondo fino a quando non sono stati raggiunti da un orco solitario che ha trattato loro come se fossero sul punto di morire.
Mentre l’inevitabile scontro con un ovvio risultato ne è scaturito ed il sangue del non umano lordava la candida bianca compagna alle loro orecchie e risuonato l’avvertimento dei pellegrini di Auryl.

Non versate mai il sangue ove riposano i corpi.
Ed ecco che dai molti comuli di neve che sparsi facevano capolino Haram ha iniziato ad udire nella sua testa delle voci che avvertivano lui di tenersi pronto ad accoglierli suggellando con la sua vita il loro incontro mortale.
Dopo poco cinque luci si sono accese nel bosco e orribili imitazioni di creature un tempo vive si sono lanciate verso l’origine dell’unica fonte di vita nel raggio di chilometri: i personaggi.
Dopo un combattimento eroico che ha risucchiato la maggior parte della forza vitale degli eroi questi hanno capito che le tracce, lasciate ad arte, non erano state che una scusa per attirali in una trappola.
Tornati quindi sui propri passi hanno iniziato a seguire il secondo gruppo di segni nella neve, e quando gli orchi sono usciti dai lati del sentiero tutti erano all’erta e preparati ad accogliere i propri avversari

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L’agguato

Dopo aver camminato per qualche ora in una antica strada che conduce al Bosco di Luna i personaggi hanno incrociato un gruppo di pellegrini. Nell’attimo in cui il loro leader si assicurava che non fossere dotati di cattive attenzioni dai lati della strada sono comparsi orchetti.
Gli orchetti si sono messi come sbarramento tra il gruppo e i pellegrini ed una terribile battaglia è infuriata.
Dopo pochi istanti in cui i pellegrini venivano falciati dalle terribili asce e dopo che le ferite degli assalitori venivano guarite miracolosamente dai preti orcheschi dal cielo è arrivato.
Un essere alato si è gettato su uno dei due carri che trasportavano gli inermi preti devastandolo e portando via un oggetto da loro gelosemenete custodito: un corno rosso.
Era questo lo scopo degli aggressori: distrarre il gruppo per dare il tempo alla bestia ed al suo cavaliere di portare via reliquia trasportata.
Ed una volta che il combattimento era finito non un solo orchetto si era reso, tutti si erano sacrificati per dare l’occasione al mostro alato ed al suo padrone di portare via l’artefatto.
Parlando con i pellegrini il peggio non era ancora finito: essi non erano dei semplici pellegrini ma dei chierici di Auril, la malvagia divinità del ghiaccio e quindi non solo i nostri eroi non erano stati in grado di prevedere lo scopo dell’aggressione ma avevano contribuito ad aiutare una divinità spietata.
Con le domande la nebbia dell’ignoranza ha iniziato a diradarsi: i due carri trasportavano i resti di un paladino di Auril che in un passato aveva lottato contro un campione divino di una divinità nominata “il dormiente”.
Il corno era quello che i soccorritori avevano portato via dal corpo esanime del campione che combattendo con il paladino era morto insieme a lui.
I nostri eroi spaventati da questo gesto e non sapendo quali altre strade percorrere per cercare la scomparsa hanno deciso di seguire, a ritroso, le impronte lasciate dai banditi umanoidi.
Nel freddo suolo del bosco della luna, forse, avrebbero trovato gelide risposte.

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L’esecuzione

L’interrogatorio dello spellweaver è stato lungo e faticoso ma grazie alla magia che ha scavato ferite e riferito gli eventi, gli Invocatori sono riusciti a scoprire il covo dei terroristi inflitrati a Silverymoon.
Il gruppo quindi ha deciso ,anche se Ryltar era contrario alla gratuità del gesto, di avviarsi alla grotta di Netheril ove sicuramente qualcosa di molto cattivo covava rancore verso la città di Silverymoon.
Dietro il consiglio degli invocatori la missione è stata “guarda, fuggi e se ritorni da vivo riferisci”.
I nostri eroi, seguendo le indicazioni, hanno prima postato un masso che magicamente bloccava l’accesso alla “sala di Netheril” (‘Karsus il grande Iv Hanb Uko’ era la formula magica per muovere la gigantesca porta fatta con la montagna).
Una volta entrati dentro grazie alla capacità di Rylthar che vedeva di notte come fosse stato di giorno sono riusciti ad assistere alla venuta di un personaggio misterioso, che messo in allarme da una trappola fatta scattare dal “distratto” ladro, si è materializzato mezzo di carne, mezzo di ombra ed ha cercato di sterminare i personaggi.
C’è stato una grande fuggi fuggi mentre Laki Lee Uche si è tramutato – da quel bravo druido che è- in un gufo notturno ed ha assistito alla apparizione anche dei seguaci dell’uomo di ombra: un teschio infuocato, un umanoide basso ma con occhi che incutevano paura e un gruppo di 5 angeli oscuri.
Per fortuna i fuggiasci sono riusciti con successo a tornare incolumi a Silverymoon e, dato l’allarme, l’indomani un gruppo di trenta tra guardia magia, cavalieri d’argento, guardie cittadine, invocatori e gli stessi eroi sono riusciti a fare irruzione nella sala di netheril e a verificare che era stata abbandonata in tutta furia.
La minaccia non era stata debellata ma per lo meno rimandata in un futuro più lontano.

Quattro mesi dopo c’è stata l’esecuzione di Tpog.
Il giorno successivo in grande segretezza Tora l’ha fatto tornare in vita e quest’ultimo tutt’altro che riconoscente si è defilato regalando uno sguardo storto alla sorella.
Putroppo per Tora però la maledizione di Netheril stava avendo effetto: a causa del patto rotto con gli antichi maghi il sigillo della fedeltà ha iniziato ad avvelenare l’organismo della chierica di Shar.
Per ovviare ad una fine ingloriosa e dolorosa, Tora si è consultata nelle sale dei saggi di Silverymoon ma essi hanno rimandato quest’ultima alla fortezza degli araldi ove, ad un giorno di cavallo  dalla città d’argento, sorge la biblioteca delle conoscenze universale degli esseri viventi, da cui si può estrapolare una cura per la perfida maledizione.
Dopo aver raggiunto la misteriosa fortezza celata dalla vegetazione e dopo appreso e cantato il rituale per tornare in forze il gruppo, stupendosi, ha incontrato nuovamente Itk, il Goliath, il quale era in missione come capovillaggio.
Egli stava cercando una cittadina scomparsa con modalità misteriose dal suo accampamento con l’unica traccia un riferimento al Bosco della Luna che sorge a nord della fortezza degli araldi.

Il gruppo si è ricostituito per aiutare il loro ex compagno a ritrovare la scomparsa.

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Il tessitore della magia

Il capo del Fochulan  non era di Silverymoon e neppure di Toril.
L’essere sembra un insetto con tre paia di braccia in grado di compiere più azioni contemporaneamente grazie ad un cervello da insetto multitasking.
Ed ecco che come prima cosa ha evocato un demone impegnando Ilk per tutto il combattimento essendo il mezzodiavolo in grado di inchiodare con il suo infernale tridente il Goliath  a terra.
Ma grazie all’azione combinata del resto del gruppo i personaggi sono riusciti ad accerchiare l’alieno e se anche questi riusciva a respingeli lontani con l’uso di incantesimi basati sulla forza alla fine la moltitudine degli attacchi contemporanei l’ha fatto capitombolare.
Dopo averlo portato interte all’Invocatorium è iniziato l’interrogatorio …

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Il bacio della morte

Dopo aver contattato i maghi dell’Invocatorium di Silverymoon è stato scoperto che il libro che spiega le funzionalità del sigillo che abilita le evocazioni all’interno delle città è in “prestito” nella biblioteca dei Bardi Fochulan.
In quella biblioteca pochi giorni prima erano stati ingaggiati dalla famiglia Hornblade come mentori per Dorian.
Una volta giunti dal ceo di Fochulan è stato detto che il libro era conservato nell’edificio della biblioteca della musica, un posto che contiene testi musicali rari protetto magicamente da un guardiano e una serie di teletrasporti in grado di disorientare chi vi si addentri senza il plettro indicatore.
Seguendo le indicazioni del magico segnalatore all’interno si sono imbattuti nel druido La Ki Lee Hook che si era perso nel complesso sistema “disorientante”.
Aggregatosi al gruppo hanno continuato a seguire la “bussola” fino a che non si sono ritrovati in una stanza in cui, invece del libro che cercavano, si sono imbattuti nell’antico custode: una escrescenza di carne rigonfia odorante di putrefazione con tanti tentacoli terminanti in bocche fameliche.
In un istante le bocche si sono lanciati sui personaggi e mentre questi si difendevano aprendo squarci da cui sgorgava un liquido denso e scuro il terribile mostro non morto rigenerava le sue ferite con il sangue fresco dei nostri eroi.
Alla fine però unendo le loro forze e le loro lame sono riusciti a sconfiggere il guardiano della biblioteca dei Bardi.
Consci di essere stati vittima di una trappola da parte del capo del Collegio dei Bardi hanno mandato verso il presunto infiltrato dei maghi di Netheril  Lha Khi Lyu Che, il druido appena incontrato e quindi non conosciuto dai cospiratori.
Con in mano la pietra della comunicazione Lha Khi ha conferito con il supremo bardo fingendo di aver ritrovato dei cadaveri nella biblioteca e il plettro indicatore.
Quando il druido ha notato un compiacimento nel volto impassibile del bardo allora è uscito, ha riunito i suoi nuovi compagni ed è entrato nella stanza con al fianco pure un rappresentante dell’Invocatorium.

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Muori maledetta bambina indifesa

Dopo il tradimento di Tpog, Altaterra ha deciso di intimare un
ultimatum al gruppo: o Tora o lui. Dietro giuramento Tora ha promesso
fedelta’ al gruppo, tra l’altro provata sul terreno durante l’ultimo
combattimento in cui, smascherata, si e’ schierata con gli eroi a noi
tanto cari.
Altaterra per cui ha deciso di lasciare ricevendo come ricordo da
parte della chierica il suo simbolo sacro.
Dopo aver recuperato i corpi abbandonati nelle terre selvagge i personaggi hanno potuto dimostrare l’evidenza del tradimento proprio
tra le mura di una delle istituzioni piu’ prestigiose di Silverymoon:
i cavalieri d’argento.
Nel frattempo sono continuate le ricerche per ritrovare Revince,
ancora mancante all’appello.
Ritornando sui loro passi hanno nuovamente visitato il tempietto di
Mielikki ove la sua custode mesi prima aveva accolto la bimba scampata
al presunto massacro, causa delle varie sortite dei soldati che poi
non erano piu’ ritornati indietro.
Incontrando nuovamente la vecchia si sono accorti che qualcosa non andava e messa alle strette ha rivelato che la bimba era ancora nascosta lì da lei.
A quel punto la bambina ha fatto capolino insieme nientemeno che a Revince il quale sembrava come sotto un incantesimo: infatti la bimba era molto bella, troppo bella per questo mondo e subito la situazione è degenerata.
Revince per difendere Xeriope ha attaccato i personaggi mentre la vecchia curava sia il difensore sia la bimba.
La bimba Xeriope ovviamente non era così innocente: con i suoi poteri ammaliatori ha cercato, inutilmente, di incantare Ilk che con una gragnola di colpi ha ucciso la Succube liberando Revince e la vecchia dallo charme.

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Il traditore

Una volta teletrasportati dentro la “prigione” che teneva imprigionato Tpog, la situazione era totalmente cambiata.
Invece di trovare il warlord incatenato alla parete hanno trovato il loro amico libero, armato e pronto ad attaccarli a tradimento coadiuvato da Stylmer
il luogotenente di Revince ed altri soldati traditori.
Tpog ha attaccato gli attoniti personaggi incitando Tora ad attaccarli in modo da portare a termine la loro missione iniziata ormai tanto tempo prima nel
deserto di Aunaroch quando i maghi del Netheril assoldarono i due fratelli.

Dopo che la famiglia di Tora e Tpog, mercanti di Everlund, si erano trasferiti a Sundabar la loro fortuna era velocemente scemata: non più i tempi erano quelli adatti agli scambi tra viaggiatori: chi proveniva dalle Valli, dal lontano e scintillante Sud e i ricchi abitanti di Waterdeep.
Dopo il disastro della Peste Magica il sud era un ammasso di distruzione e dalle altre parti dei Reami interi regni erano collassati nel Sottosuolo aprendo nuovi collegamenti tra la superficie ed il Buio Oscuro.
Di quei tempi era difficile trovare anche un solo e coraggioso mercante in grado di poter viaggiare senza essere preda o dello sconvolgimento magico che stava avvenendo o dagli oscuri predatori che si erano evoluti in quegli anni ottenebrati dalla devastazione.
La famiglia dei 2 nani era una famiglia che da generazioni si erano occupate di commercio e una volta che Everlund si era chiusa a guscio a causa delle invasioni orchesche al Nord, ogni loro via di comunicazione verso la ricchezza
era stata per sempre sigillata.
Dopo un lungo e pericoloso viaggio fino a Sundabar la famiglia riuscì a trovare un incerto e temporaneo riparo alle loro burrascose situazioni familiari: infatti Tpog da sempre abituato alle agiatezze divenne irrequieto, pronto a lanciarsi nei pericoli ed a frequentare i gruppi di avventurieri che si lanciavano ad esplorare lo sconosciuto.
Tora invece era riflessiva, conscia del fatto che ogniuno doveva fare la propria parte e per questo prima si oppose alla sconsideratezza del fratello poi lo seguì per cercare di proteggerlo come se fosse stata una seconda pelle.
In una delle loro avventure esplorarono una rovina che si trovava molto ad Est, ai confini con il deserto di Aunaroch e lì il loro party incontrò il loro fato.
Dal nulla comparvero figure sfocate, fumose e la magia fu loro intorno, bruciando la pelle e aprendo fitte cicatrici.
Una volta risvegliati i vincitori erano un gruppo di maghi conosciuti come Shade, antichi antenati dei maghi odierni, salvati alla Peste Magica perchè prevista millenni prima grazie alle loro cittadelle in grado di viaggiare nella dimensione dell’ombra.
Nel piano dell’ombra, i maghi conosciuti come Shade, grazie alla fonte della magia garantita da Shar  da cui traevano il loro potere, non solo restettero al crollo del primo impero della magia dell’epoca di Netheril, ma scamparono anche al Periodo dei Disordini ed allo sconvolgimento
causato dall’assassinio di Mystra da parte di Shar.
E quando incontrarono nelle rovine Tora e Tpog erano alla ricerca di un antico artefatto che era andato perduto secoli prima.
Erano riusciti a percepire la sua presenza nella Alta Foresta ma adesso un gruppo di avventurieri era molto vicino ad esso e visto che la foresta era protetta dalla antica magia bianca non osarono compiere la loro missione volontariamente ma piegarono con la magia i due poveri ometti al loro volere.
Infatti sul loro corpo fu inciso un sigillo di sottomissione: se avessero tradito allora il loro corpo si sarebbe lacerato e sarebbero morti nel giro di
settimane di dolore straziante.
I 2 fratelli quindi furono “immessi” nella illusione creata dall’artefatto Netheril e simularono pure loro di essere compagni di avventura dei nostri eroi.

Il resto è noto.

Dopo che Tora si è rifiutata di aiutare il proprio fratello ella ha coadiuvato il gruppo con le magie protettive ed insieme ad un prigioniero – un Goliath – sono riusciti a sconfiggere la cellula terroristica Netheriana che aveva teso il terribile agguato.
Alla fine Tpog, mortalmente ferito, veniva salvato dalla propria sorella, fermando l’emorragia con la magia curativa.

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Aria di Silverymoon

Dopo mesi finalmente Rylthar, Tpog, Tora, Altaterra e Snaugh hanno potuto rilassarsi e godere delle richezze faticosamente conquistate nei giorni precedenti nei recessi nascosti del sottosuolo. E dopo essere stati invitati a tutte le feste importanti, dopo che Snaugh ha ricevuto un sigillo sacro di Bahamut, sono stati individuati dalla famiglia Hornblade e scelti come tutore per il loro giovane rampollo Dorian.
Questo ha permesso loro di ricevere un sacco di doni: una lettera di credito, una torcia magica, dei gioielli “personalizzati” Hornblade. Unico loro compito è stato assegnato loro di controllare attentamente il comportamento dell’irrequieto ragazzo di facile sfogo in donne da taverne e risse: modi di fare non particolarmente ben visti dalla sua aristocratica famiglia. Dopo aver speso una serata alla Quercia D’Oro ed aver perso una partita a “la guardia in bilico”, giuoco alcoolico in cui unico vincitore è stato Rylthar, i nostri eroi sono entrati in confidenza con Dorian Hornblade ed hanno scoperto un po di voci che circolavano in città. Ad esempio il capo  delle guardie d’argento, Revince,  pareva fosse irreperibile nelle ultime settimane mentre il suo vice Zamphist aveva preso ormai le redini del comando.
Investigando qua e là è stato scoperto che circolavano voci su aggressioni da parte di belve ad un piccolo agglomerato rurale a 3 giorni di cavallo da Silverymoon in cui una parte dei cavalieri argentei erano stati diretti per verificare le voci e da cui, inutile dirlo non erano mai ritornati indietro. Dopo aver infastidito il sergente dei cavalieri d’argento i nostri eroi sono andati ad interrogare gli abitanti del centro rurale mentre in città Tpog teneva d’occhio Dorian e continuava le sue investigazioni scoprendo uno strano legame tra Revince e Xeriope una fanciulla, unica scampata, al massacro che era stato poi origine delle ricerche da parte delle guardie. Mentre investigava ha ricevuto un invito da parte di una guardia anonima a una approfondimento in una casa poco distante dalla solita taverna di riferimento.
Era un’imboscata: all’interno è stato rapito, legato da Zamphist ed alcuni scagnozzi (ranghi alti dei cavalieri d’argento) e parzialmente torturato per estorcere informazioni sul motivo dell’interesse dei personaggi per il capo dei cavalieri d’argento. Sfortunatamente per loro un oggetto dall’aspetto insignificante era stato attivato da Tpog e avrebbe permesso di far capire ai rimanenti membri del gruppo che qualcosa era andato storto.

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e uscimmo a rimirar le stelle

Con questo epico combattimento i nostri eroi riescono a sconfiggere una parte dei loro avversari ma sopratutto a liberare tutti i prigionieri che erano stati accomulati in queste settimane prima dagli schiavisti e poi dai Duergar.
Dopo essere arretrati nella sala di ingresso della stanza principale della fortezza interna prima hanno sconfitto un Grell e successivamente il nano mago ma dopo aver dato fondo a tutti i poteri e sul punto di essere stremati dalle innumerevoli ferite riportate dal Drow (l’elfo oscureggiante) hanno deciso di battere in ritirata.
La decisione saggia ha permesso di scortare tutta la gente che era con loro, sana e salva, a Silverymoon.

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