Sono appena tornato dalla visione dell’ultimo film di Quentin Tarantino.
E anche questa volta è un grande film.
La storia, inventata di sana pianta, si svolge durante la seconda guerra mondiale e vede fondere l’abilità narravita di Tarantino con l’ambientazione bellica: dialoghi lunghi, violenza improvvisa, esagerata ed inaspettata.
Superficialmente questo film può essere ritenuto un “liberamente” tratto da operazione Valchiria, ovviamente molto più bello e ben riuscito.
Sono film come questi che ti fanno venire voglia di correre al cinema e attendere fino alla fine dell’ultima riga dei titoli di coda.
The Drunken Master

Seguito alla lontana di Drunken Master, nel senso che del film originale viene preso in prestito solamente il fatto che il protagonista è maestro dell’arte di combattimento che da il meglio di se solamente se l’utilizzatore è ubricaco trasformando i barcolii in ottime tecniche di evasione che un attimo dopo sviano le difese dell’avversario divenendo ottime forme di attacco.
Il film è simpatico come tutti i film del mitico Jakie e sopratutto il combattimento finale è degno di nota. Ovviamente è un film di arti marziali non aspettatevi “L’occhio della madre” di fantozziana memoria.
Travolti dal destino nell’azzurro mare di agosto

Il miglior film di Lina Wertmuller con due strepitosi attori: Nannini e Melato. Il film è così famoso che è divenuto un classico tanto da meritarsi un remake che dicono (ancoro non l’ho visto) particolarmente brutto. Ma a me piace vedermelo e rivedermelo con la “bottana industriale” che sussurra inviti “sodomiti” ad un comunista Nannini che, non capendo, sussurra un “noo dai …”.
Bellissima anche la location in cui è stato girato il film: è Cala Luna in Sardegna, mia meta per diversi anni di spensierate vacanze estive.
Drunken Master

Uno dei primi film pre anni ottanta con Jackie Chan. I film di arte marziali con Jackie Chan sono formidabili perché malgrado ci siano combattimenti dall’inizio alla fine questi non sfociano mai nella violenza quindi non vi sono morti o menomazioni gravi degli avversari.
Effettivamente questi film assomigliano alle scazzottate di Bud Spencer e Terence Hill in cui gli avversari sono come “bambocci” che non sanguinano.
Detto questo, tecnicamente questo film è impressionante: decine di grandi atleti /attori si sfidano nei combattimenti più strani che si siano mai visti al cinema.
Veramente divertente per passare quasi due ore sorridendo.
la sconosciuta
I Complessi

Film a tre episodi. Gli interpreti sono (rispettivamente) Nino Manfredi , Ugo Tognazzi ed Alberto Sordi. L’episodio che è rimasto nella storia è quello con Sordi-Dentone in cui un aspirante speeker televisivo dotato di qualità molto superiori agli altri concorrenti deve lottare contro un gruppo di esaminatori che non vogliono fare superare la prova poiché ha dei denti poco telegenici.
L’episodio è un vero gioiellino: perfettamente ‘dosato’, con molti cammeo di attori dell’epoca e con un Albero Sordi in uno dei ruoli più efficaci.
Roba da storia del cinema.
Anche gli altri episodi non sono male, ma in confronto a questo spariscono.
Cherì

Film di cui non se ne sentiva assolutamente la mancanza sia per la storia veramente poco interessante che per la noia che la pellicola riesce a suscitare.
Una storia d’amore tra una cortigiana stagionata e un ragazzetto è poco interessante considerando che l’intera vicenda è tutta basata unicamente su dialoghi neppure troppo brillanti.
Il confronto con “Le relazioni pericolose” dello stesso regista è automatico e purtroppo non regge nemmeno lontanamente il confronto.
Per registi come Friars fare un film del genere è veramente una caduta di stile.
Tropic Thunder

Film demenziale di e con Ben Stiller, consigliato per gli amanti dell’attore e in generale del genere demenziale ma demenziale demenziale.
Una nota di merito va alla caterva di bravi attori che compaiono nella pellicola: Downey Junior, Nick Nolte e, devo ammetterlo, pure un simpatico Tom Cruise.
Purtroppo io odio Ben Stiller ma pare che sia apprezzabile da chi non sia carico di pregiudizi come me.
Coralline e la porta magica

Il film di animazione girato in stereoscopia e quindi dotato di effetti 3D (per chi lo vede al cinema) è tutto fuorché una fiaba per bambini.
E’ un racconto animato molto ben fatto ed originale con elementi da film dell’orrore e quindi per niente adatto ad un pubblico molto giovane.
Le idee e i risvolti narrativi che la storia adotta a volte fanno quasi rabbrividire anche gli adulti perché vanno a pescare nelle paure infantili di quando eravamo bambini: il ritrovarsi in un modo diverso con la tua famiglia che in maniera molto sottile è diventata “diversa”.
E’ un film diverso dal solito, accattivante e permette di passare il tempo con una buona serie di idee: uno spuntino per la nostra fantasia in questo periodo patologico di remake.
Fa’ la cosa sbagliata

Finalmente un film che vale la pena di essere visto: dinamico, immediato e dallo stile fresco. L’argomento serioso (problemi di giovani uomini crescono e confronti tra diverse generazioni) e’ reso frizzante dai tratti ‘alternativi’ dei protagonisti che, con sapienza degna dei grandi registi, rendono elettrizzante una storia come le altre.
Il punto di forza del racconto è fondere elementi drammatici con eventi al limite del grottesco snellendo la pesantezza dell’argomento con il risultato di conquistare lo spettatore.

