Taxi 3

Terzo e pessimo episodio della simpatica serie comico-azione che parla del tassista più spericolato di Francia, del suo amico poliziotto e delle rispettive fidanzate.
Anche se c’è un simpatico cameo di Sylverster Stallone, la storia e le gag senza senzo rendono noiosissima ed inutile la visione.
Molto meglio fare un riposino.

Perfetto criminale

 Un film insolito è questo: da principio è complicato carpirne il “ritmo” ma poi si entra in sintonia e si inizia ad apprezzare lo stile.
Non rimarrà nella storia ma si lascia vedere.

Ciò che colpisce maggiormente è lo stuolo di attori che diverrano famosi negli anni a venire; solo per nominarne alcuni: Collin Farrel e Christop Waltz

superman returns


Bieca operazione commerciale senza arte ne parte fatta a distanza di 19 anni dall’ultima interpretazione del povero Christopher Reeve. Malgrado il “cattivo” sia il bravissimo Kevin Spacey e il protagonista sia vagamente assomigliante all’originale, il film è terribilmente piatto e diviene ulteriormente noioso nelle svariate scene “smielate”.

Il tutto è peggiorato dalla abnorme durata della pellicola: ben 154 strazianti minuti.

Il discorso del Re

Bel film inglese e di conseguenza recitato in maniera eccelsa.
La storia, apparentemente minimalista, riesce ad accendere la fiamma dell’interesse nello spettatore unicamente grazie ai dialoghi ed alla storia che  sembrerebbe povera (chi se ne frega di un re che balbetta) però è in grado di essere appassionante.
Merito degli attori? Merito del regista. Di entrambe le categorie.

Il grinta

E’ una buona pellicola ma dalle talentuose mani dei fratelli Coen mi sarei aspettato qualcosa che avrebbe lasciato maggiormente il segno.

Per l’amor del cielo gli interpreti sono bravi (e la bambina Hailee Steinfeld recita mostruosamente bene) però il film inizia bene e poi un poco si trascina con i classici clichè dello sceriffo buono e lo sceriffo cattivo che però è buono.

Comunque è un lavoro ben riuscito, si vede bene e con un’ottima fotografia. E’ un film più che sufficiente.

L’uomo senza passato

E’ molto strano questo film di Aki Kaurismäki, regista finlandese, ma non è una stranezza compiaciuta di un autore che vuol far vedere che è bravo ma piuttosto una particolarità di chi crea personaggi che assumono una loro peculiarità fuori dai canoni quasi da soli proprio come se fossero degli esseri umani veri.

E quindi ci sono personaggi  come quello che guardiano che si comporta da aguzzino ma che invece lo si scopre che ammicca al protagonista quasi come se fosse un ruolo in cui ci è obbligato instaurando una specie di teatrino in cui il suo ruolo viene smussato fino a divenire un bonaccione.

Il bello di questo film non è tanto la storia dello smemorato protagonista quanto i personaggi strani che lo compongono tutti totalmente fuori dagli schemi ma non in maniera forzata. Ognuno di essi è “stonato” ma nel loro insieme il suono che esce dà vita a una cacofonia creata da una orchestra sgangherata  ma che ha qualcosa di originale e commovente da trasmettere.

A prova di morte

Originariamente fa parte del progetto Grindhouse formato da due film ‘A prova di morte‘ e ‘Planet terror‘ di Rodriguez (altra chicca!).
In realtà esiste all’interno di questa “maratona” pure un trailer di una terza pellicola, inesistente all’epoca ma realizzata recentemente (per maggiori dettagli vedi machete).
Il termine grindhouse indica tutto ciò che è splatter, violento, un poco spaghetti-western  e permeato di sesso. E questa “proiezione doppia” nasce come tributo a questo genere ma anche come riferimento ai veri spettacoli doppi che venivano proiettati nei cinema durante gli anni 50.

Naturalmente entrambe le pellicole sono veramente due gioiellini gran lunga migliori dei filoni a cui si ispirano.
Il bello di questi film è che entrambi si svolgono nello stesso “mondo” e quindi capita di vedere in “a prova di morte” la stessa infermiera che è coprotagonista di planet terror fare una comparsata veloce.

Tornando al film di Tarantino siamo di fronte ad un lavoro che non è stato molto considerato ma che invece mi ha folgorato: c’è un inizio lento senza colpi di scena interamente basato su dialoghi molto elaborati;  c’è un colpo di scena traumatizzante ed improvvisamente si cambia registro e  sembra che il secondo tempo sia composto da un episodio totalmente diverso fino a che … lo spettatore si accorge dell’elemento “collante” della narrazione.

A mio parere questa giochetto è molto efficace come lo sanno rendere efficace i grandi e con questo trucchetto il film trae linfa che coglie impreparato chi non è  non troppo smaliziato.
Il finale del film rende giustizia piena di tutta la frustazione che si accumula sotto forma di tensione durante i 3/4 della visione. Questo effetto catarchico è benzina adrenalinica che risveglia la simpatia nello spettatore e rende partecipe nella terrible “vendetta finale”.

Un must, il miglior Tarantino nella sua forma migliore. Da vedere e (come ho fatto io) rivedere.

the fighter

E’ un film sul pugilato tratto da una storia vera e che riguarda due fratelli e la loro famiglia sgangherata. The fighter è riuscito bene perché la trama è caratterizzata efficacemente da un insieme di personaggi veri ed originali: basta pensare alla madre ed alle figlie caricature viventi ma credibili. Poi c’è la fidanzata interpretata da una Amy Adams in grado passare dal ruolo della principessa di “come d’incanto” a ruoli ben più drammatici come questo.
Le scene di lotta sul ring sono una parte minima della storia che ci viene mostrata ma non per questo il film ne risente. Insomma il risultato è la rappresentazione di una storia drammatica complessa ed articolata che ne vale la lunga visione.

La vie en rose

E’ un polpettone ma non troppo melenso anche se per poco.
C’è della bravura soprattuto da parte della protagonista interpretata da Marion Cotillard che le ha valso l’oscar come migliore interprete ed è la seconda attrice francese a ottenerlo.
Mi sarei aspettato un film più bello ma nel complesso è una visione discreta.

L’acchiappasogni

Solitamente sono delle “ciofeche” i film tratti dai libri del maestro Stephen King (ovviamente escludendo Shining).
In particolare L’acchiappasogni non rimarrà nel mio immaginario ma non è una schifezza in quanto è ben fatto ed anche se il finale è confusionario ed alcune cose non hanno molto senso è comunque un film dignitoso.