Mine Vaganti

Più leggero del drammaticissimo un giorno perfetto questa volta si riesce a tirare un sospiro di sollievo.
Il film è piacevole, si tratta di uno dei temi ricorrenti nelle pellicole di Ozpeteck e si riesce anche a sorridere malgrado non si sia di fronte ad una commedia.
In alcuni punti c’è anche un tentativo di nobilitare l’opera con qualche idea  presa in prestito da altri registi: nella scena finale che ovviamente non racconterò, si trae a piene mani dalla magnifica scena finale della Meglio Gioventù in cui l’interprete suicida ricompare improvvisamente come un fantasma ed avvicina i due amanti suggellando il loro amore con un abbraccio. Un altro punto in cui si prende a prestito è sempre nella scena finale in cui si imita lo stile di Federico Fellini e la sua propensione al “balletto di fine storia”.
Non fraintendetemi comunque consiglio caldamente la visione è un bel risultato questo film e si rischia anche di ridere.

Scarface

Un dei film che mancavano nella mia cineteca da tanti anni.
Attesa che si è rivelata una totale delusione poichè non meritava affatto 160 minuti della mia vita.
Un Al Pacino uguale sempre a se stesso, una trama stupida per una pellicola noiosa di un grande maestro come De Palma in questa occasione totalmente incapace di non dico rendere valida una storia ma di renderla vedibile.
E lo scontro finale con armi da guerra è veramente ridicolo. Ridicolo.

Saw III

Mutilazioni varie: arti che si torcono, membra che si disciolgono nell’acido, teste esplose da armi da fuoco, automutilazioni per liberarsi da catene, interventi a cervello aperto con attrezzi improvvisati, annegamenti da porci decomposti sminuzzati.
Queste sono alcune delle “carinerie” che si possono assaporare in questo terzo capitolo di una delle più splatter e gratuite serie offerte dalla cinematografia.
Come nei precedenti capitoli si intravede (nel mezzo dello scuro sangue, ovviamente) un barlume di trama, di motivazione nascoste che muove tutto e questa volta lo Hitchcockiano MacGuffin salva in extremis la pellicola ed aiuta lo stomaco a reggere questa sfilza di gore, di macelleria su grande scala.

Il dubbio

Senza alcuna preparazione da parte mi sono trovato davanti ad un film eccellente: stile asciutto per un argomento tanto complesso quanto delicato.
L’unica sbavatura è la scena finale leggermente fuori dalle righe rispetto allo stile ed a quanto viene scoperto durante lo svogilmento.
Il dubbio si è rivelato, vuoi per la regia senza sbavatura, vuoi per il tema che non mi aspettavo che sarebbe mai stato trattato al cinema con tale bravura e maestria veramente un film notevole e mi stupisco che non se sia rimasta traccia di un così bel risultato.
Poi basta pensarci un pochino e mi spiego tutto.

Moon

Pellicola di moderata fantascienza con una trama nuova interessante che si svolge in un futuro non troppo remoto sulla luna.
E’ un piacere di tanto in tanto vedere un’idea originale spuntare in un film recente perchè negli ultimi anni va tanto di moda fare un remake invece di concentrarsi su una trama nuova.
Purtroppo non posso tentare di spiegare qual’è il tema di questo lavoro per non rischiare di svelare il colpo di scena che rende interessante la visione.

Antichrist

Film molto forte: prendendo spunto dal lutto si cade una spirale di follia in cui la psicologia malata sfocia nell’incubo quasi horrorifico che investe i due soli protagonisti.
Girato con l’originalità di cui il cineasta Von Triers è capace questo è una pellicola che, data l’efferatezza di alcune scene, consiglio la visione unicamente a chi è dotato di stomaco molto forte.

The hurt locker

Diretto dalla talentuosa Kathryn Bigelow questo film si svolge insieme alle gesta di un gruppo di artificieri che presta servizio durante la guerra in Iraq.
Tecnicamente il film è da manuale: la telecamera è sempre in movimento e sobbalza, insieme allo spettatore, come se anche lei partecipasse alla vita adrenalinica di coloro che riprende.
E’ una serie di eventi legati tra di loro dall’esiguo filo che lega la vita dei disinnescatori al loro ordigno pronto ad esplodere senza avvertimento alcuno.

Invictus

La cosa che più ho apprezzato del pistolero che è più bravo a fare i film che ad interpretarli  è la “filosofia” di questo suo ultimo lavoro.
Si parla di un evento apparentemente non importante come la conquista di un titolo mondiale e lo si usa come motto per portare avanti gli ideali di un popolo che ha bisogno di un leader importante in un momento di grande crisi.
Bisogna saper dimenticare le antiche ingiustizie per poter integrare le etnie che compongono uno stato e per questo si deve partire dalle cose piccole.

I bianchi amano la loro squadra che è in difficoltà: non vendicarti ora che te, Morgan Freeman – Nelson Mandela, sei al potere.
Invece valorizzala: non cambiare i suoi simboli anche se quelli sono i simboli della apartheid che ti hanno tenuto per 27 anni nelle loro prigioni etichettato come terrorista.  
Ed in più fai sentire che sei loro vicino interessandoti del loro capitano e di ogni singolo giocatore anche se tutti meno uno sono bianchi.
Falla divenire campione del mondo e scoprirai che questo evento vissuto da un miliardo di spettatori può essere un messaggio più ampio per l’umanità intera.
Ed ecco che una piccola cosa si rivela un d’un tratto un grandissimo risultato.

Chi tocca il giallo muore

Ennesimo film di Jackie Chang senza capo ne coda. Ambientazione Chicago anni venti con ganster e cinesi (!), in cui si è soliti fare le gare di rincorsa di pattinaggio senza regole con colluttazioni e bastonate (!!).
Combattimenti senza regole indette come passatempo durante le giornate di stanca.
Insomma una vera cagata pazzesca.